Dal 2 dicembre scatta il nuovo piano di razionamento idrico per 250.000 utenti

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A partire dal 2 dicembre, Amap introdurrà un ampliamento del piano di razionamento idrico già in vigore, coinvolgendo complessivamente 250.000 utenze nella città di Palermo.

L’aggravarsi della crisi idrica è dovuto alla persistente scarsità di precipitazioni produttive, che ha portato i livelli degli invasi cittadini a una riduzione del 70% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Un’emergenza senza precedenti

Le sorgenti e i corsi d’acqua, già ai minimi storici, non riescono a garantire l’approvvigionamento necessario, nonostante le misure di risparmio adottate negli ultimi mesi.

Tali interventi hanno consentito una riduzione dei consumi di circa 65 litri al secondo, ma la situazione richiede ulteriori azioni per ritardare l’esaurimento completo delle risorse idriche.

Nuove aree coinvolte

Il piano di razionamento sarà esteso ad altre aree di Palermo, aggiungendo circa 100.000 abitanti ai 150.000 già interessati.

Le nuove misure prevedono una sospensione dell’erogazione idrica per 24 ore, dalle ore 8:00 del giorno stabilito alle ore 8:00 del giorno successivo, seguendo un programma di turnazione settimanale.

Le zone interessate includono quartieri centro-settentrionali come Cruillas, Zen, Trabucco, e Villagrazia.

Restano per ora escluse le aree centrali che ospitano grandi utenze pubbliche come ospedali e stazioni ferroviarie, dove sono comunque in atto riduzioni della pressione.

Turnazione settimanale

Ecco il calendario del razionamento:

  • Lunedì: Arenella, Boccadifalco-Pitrè alta, Bonagia, Falsomiele, Borgo Nuovo, Passo di Rigano, Calatafimi, Villa Tasca, Partanna Mondello.
  • Martedì: Cep, San Giovanni Apostolo, Vergine Maria, Addaura, Cruillas Baida, Giardini, Ciaculli, Lazio, Don Bosco.
  • Mercoledì: Marinai Alliata, Oreto Nuova, Pallavicino Castelforte, Sferracavallo, Tommaso Natale.
  • Giovedì: Resuttana, Zen, Trabucco, Santa Maria di Gesù bassa.
  • Venerdì: Villa Adriana, Monte Ercta.
  • Sabato: Boccadifalco-Baida.

Disagi e raccomandazioni

L’interruzione potrebbe comportare disservizi, come prolungamenti della sospensione per 12-24 ore in aree più svantaggiate e possibili episodi di torbidità dell’acqua al momento della riattivazione.

Amap garantisce che il piano sarà monitorato e modificato se necessario per ridurre al minimo i disagi.

Nel frattempo, si rinnova l’invito a un uso responsabile dell’acqua, limitandola alle necessità primarie.

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8 Thoughts to “Dal 2 dicembre scatta il nuovo piano di razionamento idrico per 250.000 utenti”

  1. PeppeG.

    “Nel frattempo, si rinnova l’invito a un uso responsabile dell’acqua, limitandola alle necessità primarie.”

    Mi chiedo se oltre alla raccomandazione di circostanza su un uso responsabile dell’acqua, cosa stiano facendo i gestori delle reti idriche siciliane e la politica per non assetare la Sicilia?

    Lo step successivo al piano di razionamento idrico quale sarà? Metteranno nuovamente i silos anni ottanta nelle piazze e andremo a prendere l’acqua con i bidoni? e dopo ancora?

    Si parla di cambiamento climatico da anni e come sempre la politica siciliana invece di fare le formiche laboriose hanno fatto le cicale chiassose, oggi iniziamo a pagare per questo atteggiamento da cicala.

    Vorrei tanto che i presidenti delle aziende idriche, Sindaci e Governatore mettessero la faccia davanti a questo problema dicendoci quali croncrete azioni metteranno in pratica per sopperire a questa emergenza.

  2. BELFAGOR

    CRISI IDRICA IN SICILIA : GLI ……”INTERVENTI” DELLA REGIONE
    La Regione Sicilia, dopo mesi d’ immobilismo, finalmente interviene concretamente per ….”combattere” la crisi idrica in Sicilia.
    Qualche povero ingenuo penserà ad interventi per rifare quasi totalmente la rete idrica, collaudare le tante dighe che da decenni vengono svuotate periodicamente perché ancora non collaudate , costruire dissalatori e depuratori e rendere utilizzabili per scopi agricoli le acque depurate.
    Niente di tutte queste banalità.
    E allora come la Regione Sicilia vuole combattere la crisi idrica ?
    Semplice, favorire l’ acquisto di …..lavastoviglie( sob!!!!!!!!)
    L’ idea non è nuova : qualche genio l’ aveva inserita nella manovra finanziaria approvata il 31 luglio.
    Molti pensarono a uno scherzo di qualche burlone o a un colpo di calore.
    Invece no!!!!
    Dopo l’ acquisto di nuovi…..autobotti per comprare l’ acqua potabile comprata dai tanti pozzi privati , il famoso “Dipartimento Acqua e Rifiuti” dell’assessorato all’Energia ha pubblicato un avviso per richiedere il ……‘bonus lavastoviglie’( sob!!!).
    Per il 2024 è stata autorizzata l’erogazione di un contributo di 196 mila euro “a favore di persone fisiche residenti in Sicilia per l’acquisto di lavastoviglie destinate esclusivamente alle esigenze domestiche al fine di …..“contrastare la crisi idrica e promuovere l’uso razionale dell’acqua in Sicilia”.
    In parole povere la soluzione alla carenza d’acqua, secondo i nostri “carissimi” deputati e burocrati regionali dovrebbe arrivare dalle…. lavastoviglie.
    Non sappiamo chi è il “genio” che ha proposto ciò e chi sono gli altri “geni” che hanno votato tale proposta ma all’Ars appare evidente che non hanno la minima idea della gravità della situazione.
    Sono talmente fuori dalla realtà che ritengono che l’emergenza idrica si risolva finanziando l’acquisto di ……..lavastoviglie.
    Ricordiamo che l’ammontare del contributo per ciascun richiedente sarà massimo di 200 euro e, in ogni caso, non potrà superare il limite del 50% della spesa sostenuta.
    Allora avremo una lavastoviglie per ogni famiglia siciliana?
    Sarà difficile visto che sono stati stanziati ben……196 mila euro che, nella migliore delle ipotesi, basteranno a 980 famiglie.
    Chi saranno i fortunati che avranno tale contributo?
    La norma è molto generica ma siamo quasi certi che queste lavastoviglie, pagate con i soldi pubblici, faranno presto bella mostra nelle case e nei villini, spesso abusivi, dei nostri “politici” e burocrati e dei loro cari.
    C’ è un piccolo problema : i fortunati potranno accedere al “bonus” solo se non abbiano riportato condanne penali.
    Ma niente paura, con un bella amnistia si risolve tutto.

    P.S. l ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, è intervenuto qualche mese fa sulla grave situazione idrica della Sicilia facendo una lucida analisi della situazione:
    “Negli anni passati non c’è mai stata una programmazione seria sulla crisi idrica. Abbiamo sprecato e mortificato l’acqua e oggi l’acqua si prende la sua rivincita. Bisogna capire come fare per conservare l’acqua piovana, servono infrastrutture adatte e capaci…..Fare prevenzione purtroppo non significa tagliare i nastri”.
    Come non essere d’ d’accordo con il ministro Musumeci, però c’ è un piccolo problema: Uno degli ex presidenti regionali, obiettivo di questa pesante critica, era un certo …..Musumeci Nello.
    E’ forse un suo omonimo?

  3. Irexia

    @PeppeG.
    E pensare che il PNRR prevede ben 2 tipologie di interventi in materia: Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti (€ 1.924.000.000), al fine di ottenere una rete idrica più digitale per ridurre le perdite e ottimizzare i consumi, e Investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell’approvvigionamento idrico (€ 2.000.000.000) per avere infrastrutture idriche più resistenti su tutto il territorio nazionale; inoltre ci sono interventi correlati come Investimenti in fognatura e depurazione (€ 600.000.000) e Investimenti nella resilienza dell’agro-sistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche per migliorare le risorse idriche a disposizione per il sistema agricolo (€ 880.000.000).
    Entro dicembre 2024 si dovrebbero avere dei primi risultati.
    Dal sito http://www.italiadomani.gov.it

    Se ne sa nulla? Eppure, nonostantel’importanza del tema (peccato che ne parli soltanto qualche programma rilevando che ha importanza nazionale e non soltanto locale), io non ne so granchè.
    Grandi titoloni per dirci che rimetteranno in funzione un impianto di dissalamento in provincia di Agrigento investendo una barca di soldi pubblici, ma mi chiedo: l’acqua dissalata come raggiunge il rubinetto se le tubature sono un colabrodo?
    Per il resto nulla: quali e quanti cantieri si apriranno? Collauderanno le dighe invece di svuotarle raggiunta una certa soglia? Puliranno dal fango le dighe? Agli agricoltori verrà chiesto di abbandonare l’irrigamento a pioggia in favore di quello a goccia? Verranno riparate le condutture bucate? Verrà imposto alle nuove costruzioni di avere un impianto idrico che convogli negli sciacquoni dei water, le acque grigie invece di quella potabile?
    Di questi e altri misteri non è dato di sapere…

    P.S.
    Se qualcuno dovesse invece avere notizie, please, le riportasse qui. Grazie

    @Belfagor
    Esatto, Nello ha un vuoto di memoria, non è mai stato Presidente di Regione lui! Lui non ha alcuna responsabilità! E sì, le lavastoviglie (che purtroppo ho appurato gran parte delle persone non sa nemmeno utilizzare, duplicando il consumo di acqua) salveranno il mondo; così, assetati, faremo girare l’economia…
    Siamo i futuri migranti per necessità ambientali e ancora babbìano…

  4. punteruolorosso

    @irexia, domande che mi sto ponendo anch’io da molto tempo. in particolare, l’accelerata sul collettore nordoccidentale prevede lo sversamento di acque depurate in località cala d’isola. distruggeranno punta matese per buttarci la fogna di centottantamila utenze di palermo nord.
    l’idea precedente sarebbe quella di trasformare fondo verde in un depuratore che anziché sversare in mare dia acqua alle campagne. bisognerebbe creare una conduttura separata da quella per l’uso domestico.
    la distruzione di punta matese e lo sversamento di acque depurate in quella zona vanno contro alla normativa europea sulle aree marine protette. nel migliore dei casi, e cioè nel caso in cui queste acque fossero davvero depurate, la salinità della riserva verrebbe alterata, e le praterie di posidonia morirebbero. ricordiamo che sono fra le principali fonti di ossigeno.
    si guardi al fondale davanti al depuratore di acqua dei corsari. è completamente eutrofizzato. lì non ci cresce più un’alga, e le cause sono due. malfuzionamento, anche episodico, dell’impianto di depurazione. immissione in mare di acque dolci depurate.
    vogliono fare lo stesso con la riserva marina di capo gallo-isola delle femmine?
    bisogna invece insistere per potenziare fondo verde e mandare nei campi le acque depurate.
    si otterrebbero due vantaggi. acqua per l’agricoltura e salvaguardia della riserva marina.

  5. Audace

    @Irexia
    Qui non babbìa nessuno.
    Loro sanno esattamente quello che fanno.
    Noi, forse, non sappiamo quello che facciamo quando gli diamo credito.

    @punteruolorosso
    Concordo appieno sulla necessità di non distruggere punta Matese e sulla necessità di preservare i fondali (che siano riserva o meno).
    L’acqua dolce, seppur depurata (?), altera comunque l’ambiente marino.
    Giusto portarla in campagna. Ma non di certo con l’intento di risolvere il “problema” acqua in Sicilia.

  6. BELFAGOR

    CRISI IDRICA: PIOVE MA IN SICILIA…….SI SVUOTANO LE DIGHE
    In questi giorni ha piovuto tanto ma non è bastata per colmare il gap e riempire gli invasi siciliani : anzi, l’ acqua della diga Trinità dovrà essere ….buttata a mare.
    Il ministero delle Infrastrutture ha disposto la messa fuori esercizio della diga Trinità a Castelvetrano mediante svuotamento.
    La lettera inviata dal Ministero alla Regione Siciliana, ha evidenziato gravi carenze di sicurezza e manutenzione della diga, già conosciute da anni
    La diga, le cui acque sono utilizzate soprattutto per usi agricoli, da anni necessita di interventi urgenti ma la Regione non ha mai fatto nulla.
    A partire dall’aprile 2024 il ministero ha avviato un procedimento per la messa fuori esercizio dell’invaso, dando, però, la possibilità alla Regione – come gestore – di far pervenire, entro 20 giorni le proprie osservazioni in merito a eventuali elementi di valutazione aggiuntivi. Il Dipartimento regionale delle acque invece di programmare un intervento urgente di manutenzione straordinaria, ha chiesto la…… sospensione del procedimento al ministero, dando, nel frattempo, incarico a un gruppo di tecnici per la……”rivalutazione” della sicurezza sismica della diga.
    Questo studio , però, non avrebbero aggiunto nulla sulle condizioni della diga che nella lettera del ministero viene indicata con “gravi carenze di sicurezza in condizioni statiche, sismiche e di piena”, ma anche con “gravi carenze di manutenzione e sicurezza con possibilità raggiungimento di stati limite ultimi anche in assenza di sisma”.
    In parole povere il Dipartimento regionale voleva solo….perdere tempo.
    Durante l’ estate, quando l’ acqua era ridotta al minimo, la Regione, invece di approfittare di questa situazione per intervenire con la manutenzione straordinaria, regalava ….lavastoviglie.
    Ora che la diga è quasi piena d’ acqua , per motivi di sicurezza, bisogna ……..svuotarla.
    Siamo tornati alla vecchia pratica tanto cara ai nostri governanti e alla burocrazia siciliana: si aspetta la pioggia per poi buttarla a mare.
    Dal 2022 a oggi la diga Trinità è stata gestita “in esercizio limitato” : dal 2022 ad oggi la Regione non ha fatto nulla, si è limitata a….svuotare l’ acqua.
    La struttura non è mai stata collaudata, e non può contenere oltre un certo livello l’acqua. Ogni anno questa quota viene ridotta sempre di più, con l’acqua in eccesso che viene sversata. Anche nei giorni scorsi, dopo le piogge, sono state aperte le paratie.
    Questa grave mancanza di programmazione e attenzione è inaccettabile e rischia di aggravare la crisi idrica e aumentare il disastro economico e sociale della nostra Regione.
    Il ministero, nella lettera, ha lasciato però uno spiraglio: “il presente provvedimento (di messa fuori esercizio) potrà essere riesaminato a seguito della progettazione ed esecuzione di interventi di incremento della sicurezza della diga”.
    Purtroppo alla Regione e al Dipartimento acque, pensano solo alle ….lavastoviglie.

  7. moscerino

    Qualora si debba prevedere lo svuotamento, operazione questa, che “dovrebbe” prevedere degli impegni finanziari notevoli, su una diga costruita a cavallo fra il 1954 e il 1959 (circa 65 anni di attività), la cui ricaduta negli anni a venire sarebbe di grande importanza nella strategia della gestione razionale delle acque, queste sono:
    1) realizzazione di condotte volanti, prima e definitiva poi, con le dighe più vicine, nel caso specifico la Rubino (ricadente nei Comuni di Vita, Calatafimi e Salemi) e la Arancio (ricadente nel Comune di Sambuca di Sicilia), consentendo di evitare perdite eccessive dall’abbassamento della quota di riempimento massimo e per le successive compensazioni;
    2) realizzazione della avandiga, successivamente allo svuotamento e al drenaggio dell’acqua contenuta nei fanghi d’interramento (accelerabile con i pozzi di aggottamento), che consenta di operare per la messa in sicurezza della diga stessa e successivo dragaggio dell’area d’invaso;
    3) contemporaneamente sistemazione idraulica, mediante pulitura dell’alveo del fiume Delia, con rifacimento del fondo in pietrame, con il dragaggio da 200mt a monte del ponte sulla SP 65, che termina sulla SP 8, che è interrato da decenni, facendo ritornare la capacità d’invaso del lago al 1960, circa 20mln di mc d’acqua con una profondità media di quasi 10 mt e max 22 mt allo scarico di fondo;
    4) realizzazione di un’opera di presa, trasversale rispetto al fiume Delia, costituita da due paratoie, che permettono di immettere l’acqua in una vasca di carico e di sedimentazione, prima di riversarsi in diga;
    5) sistemazione agraria per 10/15 metri dalla linea di coronamento del livello di massima piena dei fiumi, mediante alberatura a quinconce con fronde sempreverdi e perennemente coprenti il terreno sottostante, oltre a dei gabbioni metallici, per la reciproca filtrazione, interrati ad altezza delle rive e rete di confine a monte con le proprietà private;
    6) opera di protezione a livelli differenti dalla linea di coronamento del livello di massima piena del lago, con alberatura a quinconce con fronde sempreverdi e perennemente coprenti il terreno sottostante, oltre a dei gabbioni metallici interrati ad altezza delle rive, mentre al di là del confine per l’area inclusa nel bacino imbrifero incentivare i privati (finanziariamente), la possibilità di eseguire coltivazioni a carattere arboree e/o arbustivo.
    Queste sono le opere che, una buona gestione, avrebbe fatto già decine di anni fa, ma non è ancora tardi!!!

  8. BELFAGOR

    CRISI IDRICA : IL VERGOGNOSO RIMPALLO DI RESPONSABILITA’
    Perché in Sicilia, nonostante piove e l’ acqua sarebbe sufficiente per dare acqua ai cittadini e agli agricoltori, c’ è la crisi idrica?
    Semplice, la colpa e dei politici e della burocrazia della Regione Sicilia.
    Ma se vogliamo concentrare tali responsabilità su qualcuno, allora la cosa diventa opaca.
    Sono tanti i responsabili che alla fine …..nessuno è responsabile.
    In Sicilia, su ventisei bacini artificiali, dieci non sono mai stati collaudati: poi ci sono gli invasi inutilizzati perché senza impianti di distribuzione o piene di fango o sono incompiute.
    Il caso emblematico e quello della diga Trinità.
    L’infrastruttura, costruita settanta anni fa, infatti, non ……è stata mai collaudata. Potrebbe contenere fino a diciotto milioni di metri cubi d’acqua, ma appena ne supera…. due va svuotata, per ragioni di sicurezza. L’acqua viene buttata a mare e non può essere data agli agricoltori.
    E pensare che la Regione da anni sa tutto. Con le prime avvisaglie della siccità, infatti, già nel 2019 il governo regionale, retto allora da Nello Musumeci, oggi ministro della Protezione Civile, era stato informato degli interventi da fare. A dicembre 2018, infatti, un documento degli uffici tecnici della Regione sottolineava l’urgenza degli interventi, definiti «indifferibili» e la disponibilità delle risorse economiche: tre milioni di euro, stanziati già nel 2016 per verificare la sicurezza sismica della diga e migliorare le opere di sbarramento.
    C’ erano i soldi e il tempo però…..non è stato fatto nulla!!!
    Oggi Musumeci, chiamato in causa da ministro, nel rispondere a un’interrogazione sulla vicenda se ne lava le mani: “La responsabilità è della Regione”.
    Però fu proprio lui, come presidente della Regione, nel 2019 ad annunciare che quei lavori sarebbero partiti “nel giro di pochi mesi”.
    Promesse che, come spesso accade, si sono dissolte nel nulla.
    Ma la diga Trinità non è l’ eccezione ma la normalità.
    Per esempio nella stessa situazione si trova la diga Rubino, sempre in provincia di Trapani.
    Anche qui, la capienza è del cinquanta per cento, sempre per ragioni di instabilità. Finisce in mare pure l’acqua del fiume Verdura, in provincia di Agrigento. Ingrossato dalla pioggia di queste settimane, il fiume potrebbe colmare i laghetti artificiali dei campi vicini, e la Regione ha due motopompe di sollevamento dell’acqua, acquistate per l’occasione, ma che invece…… non può utilizzare.
    In parole povere in Sicilia, da più di sessanta anni, se piove e le dighe sono piene, vanno…… svuotate.
    Chi si occupa di ciò?
    Il dipartimento Acqua e Rifiuti della regione siciliana.
    Cioè due delle principali criticità della nostra isola, l’ acqua e i rifiuti, sono da anni gestiti da tale dipartimento e i risultati si vedono.
    Ma dal dipartimento, di fronte a tale disastro, sono tranquilli ; infatti rispondono che il loro compito principale è quello di far rispettare le disposizione del ministero delle Infrastrutture che impone di tenere l’acqua al di sotto di una soglia di sicurezza.
    Cioè questo dipartimento avrebbe il compito di….svuotare le dighe.
    A quanto sembra loro non si occupano di collaudi e della manutenzione delle dighe e neppure della rete idrica :Sono altri che si dovrebbero occupare di questi problemi.
    Chi?
    Mistero!!!!
    E in questo vergognoso rimpallo di responsabilità, in questa impossibilità di venire a capo di una cosa semplice – dare l’acqua ai cittadini e alle campagne – c’ è la vera causa della siccità in Sicilia.
    COMPLIMENTI!!!!!

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